22.5.08

RACCONTO D'ESTATE


Era già quasi un ora che Vanessa giaceva sul letto con gli occhi aperti, ma nonostante fosse ancora mattino presto non riusciva più a prendere sonno.
L'afa era già opprimente, nonostante l'estate non fosse ancora esplosa in tutta la sua violenta maestosità, e la sua pur leggera camicia da notte era quasi completamente madida di sudore.
Si alzò dal letto di pessimo umore, visto che non si sentiva per niente riposata, e nervosamente si accorse che l'acqua che teneva sul comodino era imbevibile dal tanto che si era scaldata. Si diresse verso la cucina alla ricerca di qualcosa di fresco.
Prima però si tolse l'umido indumento che indossava visto che la infastidiva non poco.
Attraversò la stanza che la separava dalla cucina, quella con la finestra che dava verso il cortile, ma si accorse troppo tardi che la tapparella non era del tutto abbassata e quando vi fu davanti si sentì addosso gli occhi di qualcuno, occhi che la osservavano lascivamente.
Maledetto Nick, non perdeva occasione di sbirciare nella casa di Vanessa ma era la prima volta che riusciva a vederla senza alcunchè indosso.
Con uno scatto felino abbassò velocemente la tapparella, riprese fiato e si diresse di nuovo verso il frigorifero.
Mentre si versava dell'acqua fresca nel suo bicchiere preferito ripensava alla piccola sfilata di poco prima e si accorse che, stranamente rispetto al solito, quello sguardo così penetrante che Nick le riservava sempre e che lei odiava stavolta l'aveva quasi lusingata.
Era una giovane e splendida donna, alta, affusolata, con un seno non molto importante ma molto ben fatto, con i capezzoli scuri e minuti che quando aveva i capelli sciolti venivano sfiorati da una cascata di seta bruna.
L'acqua era fredda ma non abbastanza per dissetarla, per cui aggiunse qualche cubetto di ghiaccio.
Dalla finestra di prima attraverso i forellini della tapparella filtravano delicati i raggi del sole, quello stesso sole che l'aveva svegliata col suo alito torrido, ma stavolta non erano suoi nemici e passando vi si fece lentamente accarezzare, senza opporre resistenza.
Istintivamente si toccò le spalle, cercando di spalmarsi addosso tutte quelle perle di luce che il sole le aveva dipinto sul corpo.
Si sdraiò di nuovo, era sempre un po' nervosa ma andava già meglio.
Il silenzio era quasi irreale, e la mente di Vanessa cominciò a vagare senza meta nello sterminato oceano di ricordi della sua pur giovane vita.
Senza alcun motivo apparente le venne in mente quel ragazzetto tanto carino quanto imbranato che le aveva dato il primo bacio all'ultimo anno di scuola, nascosti in un cespuglio in una zona un po' isolata del parco.
Non ne rammentava nemmeno il nome, ma di quel pomeriggio una cosa non avrebbe mai scordato: la mano di un ragazzo per la prima volta si spinse in un territorio inesplorato. Dentro di lei.
Aveva avuto molte relazioni andate tutte male e molti uomini che non l'avevano mai capita, e nemmeno appagata del tutto non solo emotivamente.
Nessuno l'aveva toccata in quel modo, nè l'importante avvocato nè il belloccio che tutte le amiche le invidiavano e che non valeva nulla.
Quel ragazzino, se solo si ricordasse il nome!
La mano destra, che finora era rimasta inerte sul ventre di Vanessa lentamente ma inesorabilmente cominciò a muoversi verso una direzione ben precisa, dibattendosi tra opposte sensazioni di piacere e di colpa, cosa che invece di frenarla le diede ulteriore ispirazione.
Mike, si chiamava Mike!
Chissa in quale meandro del cervello si era nascosto in tutti quegli anni, ma ora ogni sensazione le appariva nitida come se la stesse rivivendo.
Impercettibilmente anche la sua bocca cominciò ad emettere frequenze acutissime, prima lontane l'una dall'altra, poi sempre più ravvicinate ed intense, sincronizzate con la dolcezza del movimento della destra.
Il sole nel frattempo alzandosi verso il meriggio filtrava anche nella stanza da letto, inondando il corpo di lei di riflessi così nitidi che danzavano sul corpo in simbiosi con i suoi tribali movimenti.
Era in sintonia con l'universo tutto.
Le gambe si muovevano come in una danza primitiva, formando disegni nell'aria che a turno mostravano e poi nascondevano la rugiada frutto di quella bizzarra quanto intensa fantasia.
Le frequenze acute avevano lasciato il posto ad altre più lunghe e profonde, il nervosismo che aveva appena sveglia era del tutto passato. Ma un rumore violento, prepotente la fece cadere di nuovo nella realtà.
La porta di fronte a lei si spalancò, e la figura che le apparve davanti la lasciò senza fiato.
Quella persona era lì di fronte a lei, e un milione di sensazioni la invase con inaudita violenza...

(continua...)

14 commenti:

Anonimo ha detto...

è roba tua? Picoli artisti crescono...

careca ha detto...

E' roba mia.
Firmare please.

Anonimo ha detto...

...chiamate un dottore per il Careca, meglio una dottoressa...

Anonimo ha detto...

Roby, non sapevo che scrivessi così bene...ma non centra niente con il Du. Bella Robertone, quando ti ritirerai dalla cariera musicale ti potrai dare alla letteratura...

Visky

elio.tv ha detto...

cazzo carre, mi stavo eccitando!!! continua la storia....

Gian Prix ha detto...

Come già ti avevo detto un giorno, scrivi da Dio!!! Complimenti, voglio la dedica sul tuo primo libro...

Anonimo ha detto...

Depravato!

Anonimo ha detto...

Dai Careca, sono tornato e speravo di trovare il seguito della storia !!
Tica

Anonimo ha detto...

Cazzo, veramente arrapante... E scritto pure molto bene... Non sapevo di questa tua vena letteraria... Vogliamo il finale!!!

Anonimo ha detto...

cario.....la morale mi ricorda "hai portato i salatini" ...eccitarsi sognando!!!!ma......che storia!!!devo ammettere che è scritta proprio bene nel dettaglio!!!!!!!non sapevo di questo tuo talento per la scrittura!!!!

.......il minorenne,l'ultimo allievo....GIAN

Anonimo ha detto...

Super racconto... aspettiamo il seguito.....

Anonimo ha detto...

cazzo l'ho riletto e mi sono eccitato troppo.... adesso cosa dico a mia mamma???? quasi quasi lo rileggo.....

Anonimo ha detto...

Non sono riuscito ad arrivare a metà, non tutti in ditta apprezzano l'eros ,soprattutto sul lavoro... e sbagliano. Lascio il commento per tutti gli appassionati (ho sentito sono molti) che aspettano il seguito.

careca ha detto...

Ma 'ndo cazzo lavori?
Lentamente ci avviciniamo a 20...