28.7.09

RACCONTO D'ESTATE 2


Breve riassunto.


Era già quasi un ora che Vanessa giaceva sul letto con gli occhi aperti, ma nonostante fosse ancora mattino presto non riusciva più a prendere sonno...
Era una giovane e splendida donna, alta, affusolata, con un seno non molto importante ma molto ben fatto, con i capezzoli scuri e minuti che quando aveva i capelli sciolti venivano sfiorati da una cascata di seta bruna...

La mano destra, che finora era rimasta inerte sul ventre di Vanessa lentamente ma inesorabilmente cominciò a muoversi verso una direzione ben precisa, dibattendosi tra opposte sensazioni di piacere e di colpa, cosa che invece di frenarla le diede ulteriore ispirazione...

La porta di fronte a lei si spalancò, e la figura che le apparve davanti la lasciò senza fiato.Quella persona era lì di fronte a lei, e un milione di sensazioni la invase con inaudita violenza...







Ed ora l'atteso seguito.






Lo stupore durò solo un attimo, poi prese il sopravvento il disagio di farsi vedere completamente spogliata davanti a lui.
Afferrò velocemente il lenzuolo che era scivolato ai suoi piedi durante gli infiniti minuti appena trascorsi e si coprì quasi interamente, rannicchiandosi sul letto quasi si sentisse colpevole di ciò che aveva appena vissuto.
Aveva abbassato lo sguardo e non osava rialzarlo.
-Dobbiamo parlare.
La voce di Jean Francoise risuonò nella stanza assolata, non forte ma con un tono strano, un misto tra l'autoritario e la preghiera. Vanessa si alzò dal letto sempre coperta dal lenzuolo e si avviò verso un'altra stanza per sfuggire al penetrante sguardo che la seguiva.
Mentre si rivestiva le tornava alla mente quel maledetto viaggio nel sud della Francia dove aveva conosciuto Jean Francoise.
Lei era lì per lavoro mentre lui era in tournee con la sua squadra di calcio, dove era la stella indiscussa, e quando si conobbero lei dovette fingere indifferenza per mascherare l'enorme attrazione fisica che l'aveva travolta e non l'aveva abbandonata durante tutti i giorni a seguire nell'attesa di quella telefonata che lui, perfettamente consapevole del suo enorme magnetismo, le fece crudelmente penare.
Jean Francoise era uno splendido giovane all'apice della carriera e del successo, e nonostante fosse reduce da un grave infortunio era in forma smagliante
-Dobbiamo parlare.
Stavolta il tono non ammetteva repliche, per cui Vanessa si rivestì velocemente e seguì Jean Francoise nella macchina che li stava aspettando.
Non era ancora riuscita a dire nemmeno una parola.
Si diressero in una direzione che all'inizio parve casuale, ma che poco a poco rivelò l'iniziale scopo di Jean Francoise.
Si stavano dirigendo nel luogo in cui per la prima volta si amarono, un luogo che fino ad allora nei suoi ricordi non era mai stato un luogo fisico ma bensì un insieme di ricordi e sensazioni, di istinti animaleschi fino ad allora repressi e che come tali erano esplosi in maniera assolutamente incontrollata.
La vecchia villa della famiglia di Jean Francoise era disabitata come allora, e ovviamente sempre più diroccata. Anche il fienile.
Paradossalmente le uniche parole che lui aveva pronunciato erano state quelle dette appena l'aveva vista, durante tutto il tragitto in macchina il silenzio ed i ricordi avevano riempito l'aria e l'atmosfera.
Appena scesi dall'auto Jean Francoise la baciò quasi con pudore, come se volesse vedere la sua reazione.
Vanessa sorrise e mano nella mano si avviarono a piedi verso il fienile... (continua).


16.7.09

Metafisica dell'Amore sessuale

Dall'amore dipende la perpetuazione della specie.
Ma una cosa di tanta importanza non poteva essere lasciata all'arbitrio degli individui e così la natura ci ha dato l'istinto sessuale, la cui forza e infallibilità ci inducono a fare quello che non faremmo mai con la mera riflessione razionale. Tale istinto crea delle illusioni, facendoci credere che l'amplesso con una determinata persona ci procurerà una felicità infinita; ma poi, 'post rem', scopriamo con stupore che così non è. Intanto la natura ha ottenuto il suo scopo, quello appunto della riproduzione. Ciò che le sta a cuore, infatti, è la vita della specie e non quella degli individui, che essa considera semplici strumenti o zimbelli.
L'istinto sessuale, di cui la natura si serve per i suoi fini, ci guida come un fuoco fatuo e poi ci lascia negli stagni. Ci sono pagine, in questo libro, che fanno venire i brividi, perché ci aprono gli occhi sugli abissi metafisici della nostra esistenza. Ogni amore, per quanto eterno possa apparire, è radicato nell'istinto sessuale e non c'è alcuna differenza essenziale tra il cervo in fregola che bramisce e il poeta innamorato che scioglie inni alla sua bella. Lo scopo è sempre lo stesso, comunque lo si persegua: perpetuare la specie.


Shopenahuer

8.7.09

AAA volontario cercansi



Ricevo comunicazione dal mister e pubblico:

"...il csi impone per l’iscrizione al campionato che due persone facciano il corso per collaboratori arbitrali.
Quindi o due si propongono, e metto sul piatto uno sconto del 50% sul dovuto per l’anno 2009/2010, o procediamo a sorteggio e chi viene pescato è obbligato a farlo, pena prevista per dissenzienti (come dice Lotito): Ho già preso chiodi e martello e li inchiodo alla tribuna."


P.S. per chi si fosse chiesto cosa c'entri l'immagine.... niente, è solo una dotta citazione per ricordarci che tutto ha origine da lì e che alla fine non è sempre il CSI che comanda! anche se su questa cosa probabile che dovremo dargli corda...